La proposta di susanne oberbeck è talmente radicale, che solo le menti più acute della nostra società come niki belucci e silvia rocca riescono a stargli dietro: suonare con le tette all’aria (anche se sarebbe meglio dire a terra).
A questo punto su questa qua non c’è veramente nient’altro da dire, apparte che no bra vuol dire no-reggiseno e che se qualcuno si vuole lamentare perchè soffre di snobbismo della bega, lo rimandiamo alla nostra posizione espressa in questo post.
Come il cazzo nell’immondizia ragazzi, come il cazzo nell’immondizia.
Yolandi visser è una ratto-passera amante della compagnia di deformità assortite sudafricane che devono rispondere a due soli requisiti:
1) pura estrazione white trash;
2) avere meno di cinque denti.
Evidentemente lo scolo del bidone della spazzatura deve avere virtù tonificanti perché il suo corpicino fotti-barboni è duro come i pugni che si merita (e che di sicuro gli vengono somministrati con diligenza dagli spacciatori di crack di cui va ghiotta).
C’è poi questa usanza (probabilmente è una tradizione boera) che mentre gli altri cantano, lei si deve smanovrare tette e figa, mostrando il culo appena può. ecco come:
Sotto un altro video c’è uno che scrive (traduco io): <questa ragazza è brutta come il peccato, ma in uno strano modo tipo “voglio fottergli la merda fuori di lei per sempre”>.
L’unico motivo possibile per cui l’eletroclash ancora esiste è la fortuna della formula “mignotta che sbraita e il ragazzo gli mette le basi”.
Visto che quella dei sexy sushi di faccia è un cesso ha ben deciso di suonare perennemente con le tette di fuori.
Poi ai loro concerti succedono cose così o così, perchè lei è una sorella e le tette sono politiche.
Poi in francia le tette nemmeno contano come tette, ma io sto in italia, le tette sono tette (anche quelle lesbiche) e la mano al cazzo comunque ci va.